Didattica, Divulgazione scientifica

Il tempo e il mare

Simona Retelletti, 20 Gennaio 2021

Il tempo assume un significato diverso quando siamo a contatto con il mare. Il mare invita a rilassarsi, a seguire il ritmo delle onde, il ritmo del respiro. Il mare insegna ad ascoltare il nostro tempo interiore. Il tempo in mare è scandito dei ritmi naturali delle maree, dall’alternarsi del giorno e della notte. Questi guidano i tempi della fotosintesi e della respirazione, questi sono i tempi del ciclo del carbonio in mare, questi sono i tempi del ciclo della vita negli oceani.

Oggi i ritmi naturali sono completamente stravolti dall’uomo, con conseguenze estremamente gravi non solo per la salute dell’uomo (sia fisica che mentale), ma anche per il nostro pianeta le cui risorse, costituitesi in milioni di anni, sono sfruttate e distrutte in tempi rapidissimi. Basti pensare al tempo necessario alla formazione del carbone, del petrolio e al tempo necessario per bruciarli, al tempo necessario a sequestrare carbonio nella profondità degli oceani e al tempo con cui sta aumentando la concentrazione di CO2 nell’atmosfera, al tempo necessario alla crescita di uno stock ittico e al tempo necessario a pescarlo.

A questo si contrappone in modo impressionante il tempo necessario a degradare i prodotti dell’attività antropica; basti pensare alla plastica, all’alluminio, ai mozziconi delle sigarette a tutte le sostanze chimiche sversate negli oceani, alle nanoparticelle, il cui impatto nell’ecosistema marino non è ancora chiaro.

La nostra esperienza al Festival della Scienza di Genova

Nel 2014 Chiara ha proposto il nostro laboratorio al Festival della Scienza di Genova. Io e Yuri, insieme ad altri 2 animatori scientifici, abbiamo gestito il laboratorio “Il tempo e il mare” per 10 giorni. Otto/nove turni di un’ora tutti i giorni, e tra un turno e l’altro rimetti tutto in ordine e riprepara il materiale per il laboratorio successivo! È stato infinitamente stancante ma allo stesso tempo un’esperienza fantastica e irripetibile. Il laboratorio in sé ti porta ad interagire continuamente con bambini curiosissimi, sempre affascinati e pieni di domande, alle quali a volte nemmeno noi sappiamo rispondere. I bambini che spesso si dimostrano più informati degli adulti e molto più consapevoli dei danni che l’uomo sta facendo all’ecosistema marino.

Il Festival della Scienza è anche uno scambio continuo con animatori scientifici provenienti da tutta Italia e con competenze diverse, con i quali arrivi a condividere ogni cosa in quei giorni, dai pasti, alla casa, ai seminari che corri ad ascoltare non appena finisci il turno, alle emozioni fortissime che ti travolgono quando meno te lo aspetti, agli asinelli bevuti come aperitivo. Il festival della scienza è tutto questo e anche di più e a noi ha lasciato, non solo la possibilità di dare un contributo scientifico e divulgare il nostro lavoro, ma anche un’esperienza personale importante e formativa.

Uno dei laboratori più divertenti è stato quando, nonostante il laboratorio fosse programmato per bambini dagli 8 ai 13 anni, una mattina al primo turno si è presentata una classe di 5° superiore di un istituto tecnico e no, non si erano sbagliati, le professoresse lo avevano scelto consapevolmente. Un laboratorio riorganizzato in diretta durante il quale ragazzoni quasi maggiorenni inizialmente scorbutici e diffidenti sono finiti seduti a terra a colorare con i pennarelli e a giocare ai quiz con gli animali marini.

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